Cominciamo col presentare la nostra Crafty come una mountain bike dal design ergonomico che trasmette fin da subito una sensazione di comodità e affidabilità appena si sale in sella.
Il colore arancione salta subito agli occhi, ma ciò che veramente colpisce è la geometria estrema del telaio, formato da lunghi tubolari e un carro posteriore a steli corti.
La componentistica è molto valida. Partendo dalle sospensioni, abbiamo una forcella RockShox Yari 27,5+ da 140mm, con perno passante da 15x110mm, e un ammortizzatore Monarch+ RC3 solo aria da 200x75mm. Guarnitura RaceFace Aeffect 30T 1×10 e deragliatore posteriore GX 10v compongono la trasmissione, mentre la parte frenante è affidata ai freni idraulici Db3 Avid con dischi da 180 ant/post. Per le ruote troviamo dei cerchi MDK-EP1 40mm 27,5+ con copertoni Maxxis Chronicle da 3”.
Quando si utilizzano le 27,5 Plus bisogna giocare molto con la pressione delle gomme e, dato che inizialmente dovevo affrontare un bel tratto di asfalto, sono partito con la pressione alta: 2,2 Bar per la ruota anteriore e 2,0 Bar per la posteriore.
Bloccando le sospensioni si ha una pedalata molto fluida, nei tratti in salita si ha una buona reattività e un buon rilancio, molto scorrevoli i mozzi.
Arrivato alla strada di ghiaia, ho voluto tenere la stessa pressione iniziale delle gomme (2,2/2,0). In salita era come pedalare sull’asfalto, ma percorrendo il primo tratto di discesa mi sono reso conto che la “furbetta” (Crafty) era un pelino irrequieta, leggermente instabile, perciò ho abbassato immediatamente la pressione delle gomme fino a 1,4 ant. e 1,2 post. Così ho percorso la prima salita (8%) di terra battuta ricoperta da foglie bagnate e il grip è impressionante, non si perde nemmeno un giro in pedalata.
Sul fango
Continuando il giro la Crafty R+ ha dimostrato la massima stabilità su lastroni di roccia bagnata con muschio e pezzi di rami abbattuti, comportandosi in maniera egregia e copiando qualsiasi asperità del terreno.
La situazione si è fatta più difficile su un terreno molto fangoso, con perdita quasi totale di trazione e stabilità a causa delle gomme poco tacchettate, ma non si può avere tutto!
In discesa
Arriviamo ora alla percorrenza in discesa. La “furbetta” è un carro armato, non sente assolutamente niente nel procedere sopra a rami, rocce, buche e dossi. La maneggevolezza è sorprendente, gira con una facilità disarmante, ottima reattività in entrata e in percorrenza di curva, ottima velocità nel cambio di direzione.
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